Come abiteremo insieme? Le attese e i desideri sulla casa nell’indagine Nomisma sulle famiglie italiane 2021
2 Luglio 2021
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Le famiglie italiane sognano un nuovo modello di abitare, che tenga conto dei forti cambiamenti portati dalla pandemia, ovvero l’accelerazione digitale che sta caratterizzando la collettività, una nuova domanda di socialità ma anche l’imprevedibilità che il Covid ha reso fortemente attuale. Ma i rischi di una diffusa “miopia familiare” possono portare a scelte non basate sulle reali possibilità di acquisto di una abitazione.
È lo scenario complesso e in divenire che emerge dal Rapporto Nomisma “La Casa e gli Italiani”, illustrato in occasione della presentazione del 14° Rapporto sulla Finanza Immobiliare, introdotto dall’intervento di Luca Dondi (Amministratore Delegato Nomisma), che ha evidenziato come l’ottimismo e la fiducia stiano caratterizzando questo momento storico, con evidenti riflessi sul settore immobiliare.
È lo scenario complesso e in divenire che emerge dal Rapporto Nomisma “La Casa e gli Italiani”, illustrato in occasione della presentazione del 14° Rapporto sulla Finanza Immobiliare, introdotto dall’intervento di Luca Dondi (Amministratore Delegato Nomisma), che ha evidenziato come l’ottimismo e la fiducia stiano caratterizzando questo momento storico, con evidenti riflessi sul settore immobiliare.
Il Covid ha avuto un effetto dirompente sulle abitudini degli italiani, coinvolgendo due temi chiave del Paese, la casa e la famiglia, strettamente connessi con il welfare e il risparmio, pilastri della società. “La pandemia ha evidenziato il ritorno a una voglia di proprietà nuova e diversa dal passato, dalla fase della grande inurbamento che aveva portato allo svuotamento dei piccoli centri, ma anche sottolineato le difficoltà degli anziani, dei giovani e di altre categorie che il Governo, attraverso i Decreti d’emergenza, sta cercando di attenuare. Sono elementi che non abbiamo ancora compreso a pieno, ma che ci condizioneranno nei prossimi anni. Di certo, possiamo affermare che ci troviamo di fronte a un grande cambiamento, ma che questo avverrà in continuità con la tradizione italiana” – ha dichiarato il Senatore Gilberto Pichetto Fratin, vice Ministro dello Sviluppo Economico.
“Come consuetudine, all’interno del Rapporto sulla finanza immobiliare, facciamo il punto anche sulla “risignificazione dell’abitare”. Rispetto al 2020, quando l’indagine annuale sulle famiglie e l’abitare pareva caratterizzata dalla mancata comprensione del momento storico che stavamo attraversando e i dati sembravano non cambiare in confronto al passato, oggi si registra una rottura. Dall’indagine 2021 emergono altri aspetti, come la fiducia, l’attesa e l’aspettativa” – ha introdotto Marco Marcatili.
La pandemia ha costretto le famiglie in casa per mesi, obbligandole a “fare il punto” sulla propria abitazione. Ma se metà di queste ha riscoperto il piacere della “casa-tana”, l’altra metà ha vissuto l’incubo della “casa-gabbia”. Questo ha determinato, soprattutto per le coppie con figli, in proprietà e redditi medio-alti, un riflesso sugli acquisti dedicati alla casa, sia per renderla più confortevole che per adeguarla alle nuove esigenze: nell’ultimo anno il 46% delle famiglie ha acquistato elettrodomestici; 3 famiglie su 10 hanno sottoscritto abbonamenti a Internet e piattaforme digitali; 1 famiglia su 4 ha comprato mobili ed oggetti di arredamento. Tuttavia, se nelle fasi di restrizione ci siamo concentrati sulla casa come luogo della scuola, del lavoro e del tempo libero, in quelle di graduale riapertura abbiamo rivolto lo sguardo più alla dimensione outdoor della casa, in cerca di una migliore qualità del contesto e dei servizi.
Con questo emergente desiderio di casa, forse non deve sorprendere l’intenzione di acquisto da parte di 3,3 milioni di famiglie (stima basata esclusivamente sulle intenzioni dichiarate dalle persone), passate dal 9,5% nel 2020 al 12,8% nel 2021.
Con questo emergente desiderio di casa, forse non deve sorprendere l’intenzione di acquisto da parte di 3,3 milioni di famiglie (stima basata esclusivamente sulle intenzioni dichiarate dalle persone), passate dal 9,5% nel 2020 al 12,8% nel 2021.